PODIATRA o PODOIATRA… o PODOLOGO ?
Professione in costante evoluzione, tutti i chiarimenti del caso.
Intervista al Prof. Luca Avagnina Podoiatra Podologo.
Giornalista : il Podoiatra a livello internazionale e’ un medico specializzato che si occupa del trattamento delle patologie del piede, in Italia si chiama Podologo.
Avagnina : in teoria la differenza sarebbe solo una questione etimologica, in quanto i 2 termini sono semplici sinonimi come si può ben evincere anche dalla enciclopedia Wikipedia. Il termine Podiatra deriva dal vocabolo americano e anglosassone “ Podiatrist ” , mentre nei paesi latini viene usato il termine “ Podologo ”.
Giornalista : Podiatra o Podoiatra ?
Avagnina: Podiatra è il termine corretto in Italiano come riportato anche dal Grande Dizionario della Lingua Italiana di Gabrielli Aldo : [po-dià-tra] s.m. e f. (pl. m. -tri, f. -tre) sm. antiq. [da podo + iatra]
“ Medico specialista nella cura delle affezione dei piedi, specialista delle malattie del piede. “
Podoiatra, è invece il termine utilizzato in Italia, che compare in 3 disegni di legge in 15 anni !, volti a creare questa figura: D.L. 2002 n. 2936 degli Onorevoli Battaglia e Turco, D.L. 2009 n. 1944 della Senatrice Garavaglia, D.L. 2015 n.1983 del Senatore Mandelli.
Andando ad approfondire, la sezione anglosassone di Wikipedia, alla voce “ Podiatry “, spiega molto bene le funzioni e le specializzazioni del Podiatra, che ricordo in inglese essere “Podiatrist ” : “ This article is about Podiatric Medicine, For the profession see Podiatrist”.
Podiatry or Podiatric Medicine is a branch of medicine devoted to the study of diagnosis, medical and surgical treatment of disorders of the foot, ankle, and lower extremity. The term podiatry came into use in the early 20th century in the United States and is now used worldwide with countries such as the United Kingdom and Australia. Podiatrist or Doctor of Podiatric Medicine (DPM), is a medical specialist who diagnoses and treats conditions affecting the foot, ankle, and structures of the leg. The training of podiatric physicians includes human anatomy, physiology, pathophysiology, sociological and psychological perspectives, general medicine, surgery and pharmacology; this is similar to the training of a Doctor of Medicine (M.D.) or Doctor of Osteopathic Medicine (D.O.) Specialist Podiatric Physicians are podiatrists with additional postgraduate training or fellowship training and experience in the specialized field. Within the field of Podiatry, US trained Podiatric Physicians rotate through major areas of medicine gaining exposure and practice to areas including but not limited to: surgery, sports medicine, biomechanics, geriatrics, internal medicine, diabetes, vascular, neurological, pediatrics, dermatological, orthopedics, or primary care. Podiatry is practiced as a specialty in many countries, while in many English-speaking countries, the older title of “Chiropodist” may be used by some clinicians. In Australia the title is Podiatrist or Podiatric Physician and the specialist is the Podiatric Surgeon. In many non-English-speaking countries of Europe, the title used may be ” Podologist ” or ” Podólogo “.The level and scope of the practice of podiatry varies among countries. “
Giornalista : In Italia, quindi, quale è la realtà pratica quotidiana ?
Avagnina : Esiste una netta differenza tra i 2 termini, in quanto in Italia la figura del Podoiatra non è ancora riconosciuta dalla legge, e di conseguenza il paziente non conosce bene questo termine ed il suo corretto significato, infatti il termine Podologo purtroppo nell’ immaginario collettivo molte volte viene accostato all’ idea del “pedicure – callista”.
La causa è da ricercare anche facendo un passo indietro nella storia. Per decenni, in Italia i piedi sono stati lasciati alle semplici cure di estetiste o di pedicure, soprattutto perché la “ medicina “ tradizionale non attribuiva a questa parte del corpo la necessaria attenzione.
Il termine “Podoiatra” dà invece la giusta idea di medico o specialista del piede a 360° come il termine “Odontoiatra”, che pur non essendo laureato in medicina e chirurgia, è accettato sia dagli ordini dei medici, sia dalla popolazione in generale, come il dottore della bocca e dei denti.
A tal proposito, voglio infatti precisare, in questo clima di confusione terminologica reale o solo pensata, che pur avendo anche una Laurea in Podologia conseguita in Italia alla Sapienza di Roma, la mia vera Laurea, è in Podoiatria, conseguita a Barcellona. Un titolo accademico e giuridico “ Europeo ” valido in molti paesi della Comunità Europea, come Spagna, Portogallo, Inghilterra, Irlanda, e in tanti altri paesi quali Stati Uniti, Canada, Australia, Sudafrica, ecc … ma purtroppo non ancora … in Italia !
Giornalista : Quale, quindi la situazione negli Atenei italiani rispetto alle Università straniere ?
Avagnina: In Italia attualmente esiste solo la laurea in Podologia (che è triennale) e non prevede la medicina e la chirurgia podoiatrica. Da 15 anni, stiamo lottando insieme alla SIPO “Società Italiana di Podologia e Podoiatria”, per ottenere l’introduzione della laurea in Podoiatria ed il riconoscimento della professione di Podoiatra. (che dovrebbe essere una laurea quinquennale similare a quella già riconosciuta per l’ Odontoiatra)
Giornalista : Esiste un disegno di legge di qualche anno fa, a firma della Senatrice Maria Pia Garavaglia… è rimasto chiuso in qualche cassetto ?
Avagnina : … diciamo che forse esiste qualche interesse “ lobbystico “ che tenta di impedire al Podoiatra di emergere anche in Italia !
La proposta di legge degli onorevoli Battaglia e Turco, infatti, è datata addirittura 2002. A seguire, nel 2009 la senatrice Garavaglia con altri senatori hanno presentato una seconda proposta di adeguamento della legge, ma tutte e due queste proposte non hanno potuto terminare il loro iter parlamentare per concretizzarsi in una vera e propria legge esecutiva.
Ora nel 2015 l’onorevole Mandelli ha di nuovo riproposto un terzo disegno di legge… vedremo come andrà a finire … sono ormai quasi 15 anni che si sta cercando di fare una cosa, che negli altri Paesi esiste già da circa 100 anni !
La podoiatria deve finalmente entrare anche negli atenei italiani !
Credo che un Paese come il nostro, presente fin dall’inizio al processo d’integrazione europea, abbia il dovere di adeguare la propria legislazione ai bisogni e alle necessità di una società sempre più evoluta, all’interno della quale, l’ambito sanitario è davvero uno dei piu essenziali.
Per tale motivo, di fronte al frammentarsi della domanda di servizi sanitari da parte dei cittadini, lo Stato ha il dovere di garantire la specificità necessaria allo svolgimento della professione medica nel migliore dei modi, sia per gli operatori sanitari che per i cittadini-pazienti.
Il podologo ha assunto una rilevanza e una specificità che non può più essere soggetta a vuoti legislativi.
Da questa constatazione nascono i vari disegni di legge finalizzati a riformare ampiamente il profilo professionale del podologo e ad istituire la Podoiatria come titolo di laurea di secondo livello nell’area delle professioni sanitarie, finalizzato a rafforzare il ruolo della Podologia all’interno della sanità italiana e migliorare l’assistenza dei cittadini e la qualità della loro salute.
Se questa proposta si trasformasse in legge, l’Italia, grazie alla presenza di tali nuovi professionisti sanitari, con una formazione universitaria quinquennale, avrebbe uno strumento in più per dare risposte adeguate ad una crescente domanda di salute che proviene da coloro che sono colpiti da patologie podaliche, le cui complicanze possono essere devastanti e portare finanche all’amputazione del piede.
Il Podologo già attualmente è un operatore sanitario che collabora e integra molto positivamente la diagnosi del medico, soprattutto per i pazienti diabetici, reumatici e vascolari o neuropatici, affetti quindi da malattie sistemiche.
Con un profilo professionale aggiornato, che grazie alla proposta avanzata si permetterebbe uno spettro di azione molto più ampio e completo, ivi compresi i piccoli interventi chirurgici in anestesia locale, grazie ai quali il podologo podoiatra garantirebbe una più efficace azione di controllo, cura e riabilitazione di malattie podaliche e sovrapodaliche, evitando così inutili ricoveri se non addirittura, nei casi più gravi, le amputazioni.
Si riuscirebbe, da un lato, ad assicurare un maggiore rispetto dell’integrità fisica della persona e, dall’altra, un notevole risparmio derivante dalla forte riduzione di inutili ospedalizzazioni, e inutili dispersioni tra mille figure sanitarie non cosi specifiche e formate su questo distretto corporeo cosi fondamentale.
Emergente tra le professioni sanitarie, con un ruolo ben definito nei team specialistici, con una forte cultura della prevenzione e del servizio alla collettività, il podologo si avvia ad essere un professionista indispensabile in qualunque sistema sanitario moderno.
Negli USA e in Canada, nel Regno Unito, in Francia e Spagna, nei Paesi più evoluti dell’Europa ed extraeuropei si assiste, infatti, ad un progressivo sviluppo della professione ed al rilievo sempre maggiore che essa assume nelle strategie di prevenzione, cura e riabilitazione.
L’introduzione della laurea in Podologia nel 2001 ha rappresentato un vero e proprio salto di qualità. Per rendersene conto è sufficiente esaminare il piano di studi che prevede, fra gli altri, i settori scientifico-disciplinari relativi alla chirurgia, alla anestesiologia, nonché alla diagnostica per immagini e radioterapia.
Si può dire che si è in presenza di una formazione universitaria ed extrauniversitaria di gran lunga più completa e professionalizzante rispetto alle competenze individuate nel regolamento di cui al decreto del Ministro della sanità 14 settembre 1994, n. 666, che stabiliva il profilo professionale.
Il salto di qualità registrato dalla professione, la sua evoluzione, la formazione sempre più di alto livello, l’ormai stabilmente acquisita capacità di offrire una diversa più completa assistenza sanitaria, la forte crescita della domanda da parte dei pazienti, impongono una revisione del profilo professionale che consenta di contrastare le diverse e gravi conseguenze che derivano dalle patologie podaliche.
L’evoluzione del profilo professionale tracciato dal regolamento di cui al decreto n. 666 del 1994 favorirebbe una migliore professionalità e competitività della podologia italiana, attualmente operante non alla pari con gli altri Paesi più evoluti dell’Unione europea, dando la possibilità ai nostri professionisti di essere competitivi nel contesto lavorativo internazionale.
Negli USA è esercitata la professione di podoiatria che in generale è «medico chirurgo specialista del piede: visita, diagnostica, tratta, previene e salvaguarda le condizioni del piede e la struttura correlata, progetta, conduce e dirige ricerche in campo podoiatrico».
Il profilo professionale del podologo in vigore, di cui al decreto n. 666, prevede già oggi tra le competenze della figura professionale la trattazione diretta, cioè senza nessuna prescrizione da parte del medico, delle patologie del piede che vanno sotto il nome di piede doloroso.
La trattazione diretta, tra l’altro, del piede doloroso è successiva ad un esame obiettivo del piede e tale esame deve essere inteso come una indagine, più o meno approfondita, del quadro statico e dinamico del piede stesso.
Con un nuovo profilo il podologo sarebbe abilitato all’utilizzo di apparecchiature diagnostiche, limitatamente al proprio ambito di attività`.
Altro aspetto innovativo da evidenziare è quello dell’utilizzo di anestetici di effetto locale per la corretta trattazione delle patologie del piede a livello anche sottocutaneo, per interventi di piccola chirurgia, sempre nel pieno rispetto delle competenze mediche e nei limiti del proprio contesto operativo.
Questo proposto ampliamento è da considerare come una evoluzione della professione, anche valutando gli ordinamenti didattici dei corsi di laurea per le professioni sanitarie i quali prevedono gia da anni tra le attività formative elencate nell’allegato 2, di base, caratterizzanti ed affini, una serie di settori scientifico-disciplinari specifici che danno la possibilità di acquisire, da parte dello studente, le cognizioni per espletare professionalmente le attività eventualmente introdotte con tale ulteriore modifica.
Infatti, i settori scientifico-disciplinari relativi alla chirurgia sono presenti tra gli ambiti disciplinari caratterizzanti (scienze della prevenzione e dei servizi sanitari, primo soccorso) e tra quelle affini ed integrative (scienze interdisciplinari cliniche), cosı` come il settore scientifico-disciplinare relativo alla anestesiologia e quello relativo alla diagnostica per immagini e radioterapia.
Dunque, si è in presenza di una formazione universitaria gia molto più completa rispetto alle sole competenze individuate nel decreto n. 666 che istituisce il profilo professionale. Di conseguenza, una revisione del profilo professionale che adegui l’ambito professionale alle conoscenze acquisite nel corso di laurea universitaria appare quanto mai opportuna. Anche perchè si avrebbe un professionista che direttamente potrebbe fornire all’utenza una prestazione sanitaria compiuta
L’evoluzione del profilo professionale tracciato dal decreto n. 666 favorirebbe quindi una MIGLIORE PROFESSIONALITÀ E COMPETITIVITÀ DELLA PODOLOGIA ITALIANA ATTUALMENTE IN RITARDO RISPETTO AI PIÙ EVOLUTI PAESI DELL’UNIONE EUROPEA, DANDO LA POSSIBILITÀ AI NOSTRI PROFESSIONISTI DI ESSERE COMPETITIVI NEL CONTESTO LAVORATIVO INTERNAZIONALE
Disegno di legge 2002.02 n.2936 Onorevole Turco
Disegno di legge 2009.12 n.1944 Senatrice Garavaglia
Disegno di legge 2015 n.1983 Onorevole Mandelli
Disegno di legge 2016 n.3999 Onorevole Savino